UNA SOCIETÀ SEMPLICE ANCHE PER CALCIATORI? UN CASO REALE
06.11.2023
Matteo Rinaldi
IL RUOLO DELL’ADVISOR PATRIMONIALE NELLA GOVERNANCE FAMILIARE
Al termine di una carriera sportiva di alto livello, il momento più delicato non è la partita di addio ma quello in cui le entrate si fermano e il patrimonio accumulato deve essere messo al sicuro. I rischi diventano concreti: creditori, banche, contenziosi fiscali o decisioni familiari non coordinate possono compromettere anni di lavoro. La domanda cruciale non è più quanto si è guadagnato, ma come proteggere davvero ciò che è stato costruito. Non si tratta solo di denaro, ma di equilibrio familiare, progettualità futura e continuità. Questi aspetti pesano ancora di più quando il patrimonio include non solo beni materiali ma anche diritti intangibili come immagine e reputazione, che richiedono una gestione riservata e centralizzata.
In questo caso la richiesta non è arrivata dall’ex calciatore ma dal fratello, preoccupato di garantire ordine e regole certe in una situazione patrimoniale articolata e, per alcuni aspetti, vulnerabile. La priorità era evitare che scelte isolate o conflitti successivi potessero frammentare la ricchezza accumulata.
Dopo aver letto un approfondimento sulla Società Semplice, il fratello ha scelto di rivolgersi a Matteo Rinaldi, advisor patrimoniale con esperienza nella consulenza a personaggi pubblici e sportivi, per verificare se questa forma societaria potesse rappresentare la soluzione più adatta. L’obiettivo era duplice: protezione legale e stabilità di governance, con pianificazione del passaggio generazionale in modo graduale e sicuro.
Il patrimonio comprendeva una Società immobiliare, immobili personali, beni di valore e liquidità significativa. I conferimenti sono stati effettuati in regime di neutralità fiscale ex art. 170 TUIR, mantenendo la natura non commerciale della società ai sensi dell’art. 2249 c.c. Questo ha permesso di evitare tassazione sui conferimenti e di mantenere una gestione patrimoniale privata, senza bilanci pubblici. La governance è stata disegnata in modo chiaro e opponibile, con ruoli definiti per fratello, ex calciatore e futuri eredi, trasformando asset dispersi in un sistema coordinato e duraturo.
UNA STRUTTURA SU MISURA CHE REGGE NEL TEMPO
Nel caso dell’ex calciatore, il punto di svolta è stato comprendere che il patrimonio non andava solo custodito ma tradotto in un sistema stabile e opponibile. Nonostante l’uscita dai riflettori, continuava a detenere asset rilevanti: partecipazioni, immobili, investimenti personali, beni di pregio. Nulla però era stato inserito in una cornice giuridica capace di dare ordine e visione d’insieme.
La Società Semplice è stata costruita per raccogliere al suo interno società immobiliari, beni di valore, liquidità e risorse patrimoniali, mantenendo tutto sotto un unico perimetro. L’atto costitutivo ha previsto clausole calibrate per proteggere il patrimonio da azioni di terzi, per garantire la continuità familiare e per evitare rigidità future. Il fratello ha assunto un ruolo tecnico e fiduciario, l’ex calciatore è rimasto nella governance con poteri ben delimitati, e l’ingresso dei figli minorenni è stato previsto solo in modo graduale, legato alla maturità personale.
Ogni riga dei patti sociali è stata redatta con attenzione per bilanciare esigenze patrimoniali, rapporti familiari e flessibilità. Nessun modello standard, nessuna clausola generica: solo un impianto scritto per resistere a conflitti interni, pretese esterne e mutamenti fiscali.
PROTEZIONE DEI DIRITTI DI IMMAGINE CON SOCIETÀ SEMPLICE
Per un ex calciatore, il patrimonio non si esaurisce con la fine dell’attività agonistica. Il valore si sposta su fronti meno visibili ma strategici: contratti di immagine, cessioni di diritti, collaborazioni editoriali, licensing del brand personale, sfruttamento di contenuti digitali. Lasciati fuori da una struttura giuridica, questi elementi restano esposti a pretese di terzi e a frammentazione.
Durante la consulenza, il tema è stato affrontato in modo prioritario. Non si trattava solo di trasferire immobili o conferire partecipazioni, ma di includere nel perimetro patrimoniale anche immagine, reputazione e identità digitale. Con la Società Semplice, grazie all’inserimento di un vincolo opponibile ex art. 2645-ter c.c., è stato possibile stabilire che i proventi derivanti dallo sfruttamento dell’immagine confluiscano nella struttura, mantenendo una fiscalità ordinata e un controllo diretto.
Questa scelta ha evitato la creazione di nuove entità giuridiche non necessarie, ha preservato l’unità di gestione e ha garantito l’uso coerente del nome e del marchio personale. Per sportivi, artisti e personaggi pubblici, questa distinzione tra patrimonio personale e asset strategico diventa essenziale per mantenere il controllo e proteggere la continuità del valore creato.
PASSAGGIO GENERAZIONALE E GOVERNANCE FAMILIARE CON LA SOCIETÀ SEMPLICE
Dopo aver messo in sicurezza il patrimonio, il passo decisivo è stabilire come trasmetterlo alle generazioni future senza creare conflitti. La governance familiare, se ben progettata, è il perno della continuità: non basta un accordo formale, serve un sistema che si adatti alle esigenze di tutti i membri e che mantenga coesione nel tempo.
La presenza di figli minorenni ha reso necessario un intervento che andasse oltre la protezione statica dei beni. È stato disegnato un percorso di accesso graduale alle quote, con regole chiare per garantire che il patrimonio resti protetto fino alla piena maturità personale. La Società Semplice ha consentito di mantenere il controllo in famiglia, evitando dispersioni e decisioni affrettate che avrebbero potuto compromettere la stabilità del gruppo patrimoniale.
La governance è stata strutturata con precisione: ruoli di gestione, supervisione e decisione strategica sono stati assegnati in modo netto. Il fratello ha assunto una funzione fiduciaria, l’atleta ha mantenuto un ruolo attivo ma delimitato da poteri specifici. Nessuna sovrapposizione, nessuna rigidità: un sistema in grado di adattarsi a nuovi membri e cambiamenti familiari senza perdere coerenza.
Questo impianto garantisce un passaggio ordinato delle quote e riduce il rischio di conflitti interni o intoppi legali. Al tempo stesso educa i membri della famiglia a una gestione consapevole della ricchezza, trasformando la governance in un percorso di responsabilizzazione.
SCUDO FISCALE E SUCCESSIONE: VANTAGGI DELLA SOCIETÀ SEMPLICE
Accanto alla governance, la pianificazione deve considerare l’impatto fiscale del trasferimento generazionale. La Società Semplice consente di accorpare beni e partecipazioni in un unico contenitore e di trasferirne la titolarità tramite quote, semplificando la gestione e riducendo i costi connessi a passaggi multipli su singoli beni.
Il trasferimento delle quote può essere programmato in più fasi, distribuendo il carico fiscale su più momenti e riducendo gli effetti di una successione improvvisa. Questo permette di mantenere stabilità finanziaria e di proteggere il patrimonio da possibili azioni di terzi.
Grazie a clausole di prelazione, gradimento e vincoli opponibili ex art. 2645-ter c.c., la struttura è progettata per resistere a pretese esterne e garantire continuità di comando. Il lavoro dell’advisor patrimoniale ha tradotto esigenze fiscali e giuridiche in un atto su misura, pensato per durare nel tempo e adattarsi a scenari futuri.
In sintesi, la Società Semplice diventa uno strumento per ridurre l’esposizione fiscale complessiva, garantire la riservatezza dei trasferimenti e mantenere il patrimonio compatto e produttivo.
CONCLUSIONI: COSTRUIRE UN FUTURO SOLIDO E PROTETTO
La protezione e la gestione a lungo termine del patrimonio richiedono decisioni strategiche, non soluzioni improvvisate. Nel caso analizzato, la scelta di affidarsi a un advisor patrimoniale esperto è stata decisiva per creare una struttura coerente, capace di adattarsi alle esigenze familiari e aziendali nel tempo. La Società Semplice non è solo una forma giuridica, ma un modello di governance che garantisce protezione, continuità e regole chiare per ogni membro della famiglia.
La protezione patrimoniale non è mai frutto del caso: nasce da atti scritti e patti sociali calibrati, pensati per prevenire conflitti e bloccare le aggressioni esterne. Se il tuo patrimonio è complesso, familiare o aziendale, il primo passo è una valutazione tecnica mirata che individui i punti di vulnerabilità e definisca le soluzioni giuridiche più efficaci.
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ARCHITETTURE PATRIMONIALI BLINDATE CON REGIA STRATEGICA
Proteggere un patrimonio non significa usare strumenti standard, ma creare un’architettura opponibile che resista a creditori, pretese fiscali e conflitti familiari. La regia è l’elemento decisivo: regole vincolanti, meccanismi di veto e governance coerente che impediscono manovre esterne e assicurano continuità tra le generazioni. Non un rifugio passivo, ma un sistema di comando che trasforma il patrimonio in una struttura solida e non aggredibile. La protezione non è semplice difesa: è esercizio di controllo effettivo sugli asset.
Matteo Rinaldi, advisor patrimoniale con Master in Avvocato d’Affari e in Family Office, assiste famiglie e gruppi complessi trasformando vincoli legali in leve di potere. La sua cifra non è replicare schemi, ma coniugare rigore tecnico e creatività giuridica per soluzioni che blindano senza sacrificare il controllo. Ogni architettura diventa un meccanismo calibrato per esigenze patrimoniali complesse. Non ci sono soluzioni replicabili: ogni clausola è scritta per resistere a un attacco reale. Opera stabilmente a Milano, centro delle decisioni più delicate, dove imprenditori di tutta Italia – in particolare dal Centro e Sud – concentrano la regia riservata dei propri asset per mantenere pieno controllo e riservatezza.
La consulenza, sempre su incarico diretto e riservata a chi governa patrimoni complessi, non si limita a redigere atti: progetta architetture che coordinano successione, fiscalità e gruppi societari con clausole opponibili e regole vincolanti. Ogni intervento diventa un sistema decisionale che consolida il comando, assicura continuità intergenerazionale e trasforma la protezione in un vantaggio strategico e duraturo.
IL VALORE DELLA CONSULENZA
Arrivare tardi significa non avere più scelta: creditori che agiscono, banche che revocano fidi, familiari che bloccano decisioni. In quel momento qualsiasi struttura diventa difesa apparente. La differenza è agire prima, fissare regole opponibili quando il patrimonio è ancora integro.
La consulenza non è teoria né modulistica standard: è un intervento tecnico che ordina, scrive clausole vincolanti e costruisce un impianto capace di superare verifiche fiscali, revocatorie e conflitti interni. Non si limita a difendere: consolida il comando e trasforma la protezione in continuità e potere decisionale duraturo.
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