PROTEZIONE PATRIMONIALE: COME BLINDARE BENI, QUOTE E CONTI DA PIGNORAMENTI E REVOCATORIE

liquidazione della quota del socio

Data
21.07.2025

Autore
Matteo Rinaldi

Un patrimonio non si protegge con atti isolati — donazioni, intestazioni al coniuge o conti cointestati cedono al primo attacco. La difesa vera nasce da un’architettura integrata: Società Semplice Patrimoniale, Statuti SRL blindati, Patti vincolati e — quando serve — Trust mirati. Così immobili, quote e liquidità diventano opponibili, stabili e difficili da aggredire, anche in presenza di revocatorie, pignoramenti o divisioni ereditarie.

COME DIFENDERE QUOTE E BENI DA REVOCATORIE E PIGNORAMENTI

Un decreto di tribunale, un pignoramento improvviso, un’azione revocatoria: basta poco perché il lavoro di una vita venga travolto. Immobili donati ai figli, quote di S.r.l. lasciate nude, conti correnti cointestati o intestazioni al coniuge sembrano soluzioni rassicuranti. In realtà sono barriere di carta, destinate a cedere al primo attacco di un creditore o di un curatore.

Il vero problema non è la forma notarile dell’atto, ma l’assenza di un’architettura difensiva. Senza una regia preventiva, il patrimonio familiare resta esposto: le quote possono essere pignorate (art. 2471 c.c.), gli atti revocati (art. 2901 c.c.), gli immobili ereditati venduti all’asta per divisione forzosa.

Proteggere davvero significa costruire un sistema integrato, dove ogni strumento – società semplice, statuto blindato, patto di destinazione, trust – è inserito in una cornice coerente. Solo così un patrimonio diventa opponibile, duraturo e inattaccabile.

È questa la differenza tra illusione e protezione: chi si affida a soluzioni isolate rinvia il problema, chi costruisce un’architettura difensiva mette al sicuro continuità e futuro familiare.


IL CASO DI PALERMO: COME TRE FRATELLI HANNO EVITATO IL RISCHIO DI HOLDING DI FATTO

Nel settembre 2023 tre fratelli, soci paritetici di tre S.r.l. attive nei settori edilizio, impiantistico e immobiliare a Palermo, si sono trovati esposti a un rischio concreto di aggressione patrimoniale. Il gruppo fatturava oltre 15 milioni di euro, ma le quote erano intestate direttamente a loro, ciascuno al 33,33%. Un equilibrio solo apparente: il dissesto di uno avrebbe potuto travolgere tutti.

La criticità è emersa quando il fratello minore è stato coinvolto nel fallimento di una società immobiliare esterna al gruppo. Formalmente separata, ma sufficiente a far temere il peggio: la posizione paritaria e la co-intestazione delle quote avrebbero potuto indurre il tribunale a ricostruire una holding di fatto e a dichiarare l’estensione del fallimento anche alle società sane. Contestualmente, i creditori potevano attivare pignoramenti delle quote (art. 2471 c.c.) o azioni revocatorie, mettendo a rischio l’intero patrimonio familiare.

È lo scenario più temuto dagli imprenditori: la crisi di un solo socio che diventa crisi per tutti, cancellando la linea di confine tra responsabilità individuale e continuità aziendale. La domanda chiave è come evitare aggressioni alle quote societarie e blindare la governance prima che sia troppo tardi.

La risposta è arrivata con una ristrutturazione profonda, realizzata in dodici mesi:

  • conferimento in neutralità fiscale delle tre operative in un’unica Holding S.r.l.;
  • statuto rinforzato con clausole difensive e limiti agli atti dispositivi;
  • suddivisione delle partecipazioni in tre Società Semplici patrimoniali, una per ogni ramo familiare;
  • riduzione della quota del socio coinvolto e sospensione automatica dei diritti di voto in caso di procedimenti penali, concorsuali o fiscali;
  • esclusione statutaria da ogni delibera gestionale;
  • registrazione con data certa e deposito pubblico, a garanzia dell’opponibilità.

Senza questa architettura, i fratelli avrebbero visto il loro patrimonio travolto da pignoramenti e revocatorie. Con essa, hanno trasformato un assetto vulnerabile in una struttura difensiva opponibile, capace di garantire continuità operativa, protezione familiare e futuro del gruppo.


REVOCATORIA: COSA COLPISCE DAVVERO E PERCHÉ L’ATTO NOTARILE NON BASTA

Molti imprenditori credono che basti un atto notarile per mettere al sicuro il patrimonio. Parlano di “protezione notarile” come se fosse una garanzia assoluta. In realtà, è solo una sicurezza apparente: se manca un’architettura opponibile, la revocatoria colpisce comunque e può annullare anche atti formalmente regolari.

L’art. 2901 c.c. stabilisce che un atto è inefficace se riduce la garanzia patrimoniale dei creditori. La forma autentica non basta: conta la sostanza. Senza una struttura blindata, ogni trasferimento resta vulnerabile.

Nella prassi i tribunali dichiarano inefficaci:

  • donazioni immobiliari a figli o coniuge;
  • trasferimenti senza corrispettivo reale;
  • intestazioni fiduciarie improvvisate;
  • cessioni di quote senza statuto SRL blindato contro creditori.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019) rafforza questo meccanismo: il curatore può revocare atti fino a due anni prima dell’apertura della liquidazione giudiziale (ex fallimento). Questo significa che vendite, donazioni, conferimenti, successioni o cessioni di quote — anche se registrati e regolari — possono essere riportati nel patrimonio del debitore e resi aggredibili.

Gli effetti sono immediati: il bene rientra nel perimetro del debitore, diventa pignorabile e coinvolge anche chi lo ha ricevuto. È lo scenario che avrebbero vissuto i fratelli di Palermo se, prima della riorganizzazione, avessero donato beni ai figli: il curatore avrebbe potuto annullare tutto, trascinando immobili e quote nell’asta giudiziaria.

👉 Diverse sentenze hanno confermato la revocabilità di donazioni e vendite immobiliari anche dopo 10-15 anni, specie quando effettuate in ambito familiare. Nessun atto isolato, anche se notarile, è al riparo senza una cornice opponibile.

Chi ha compiuto trasferimenti negli ultimi cinque o dieci anni senza una strategia difensiva è già vulnerabile. La protezione patrimoniale non si costruisce con un singolo atto, ma con un’architettura preventiva e integrata. Chi non struttura oggi, consegna domani i beni di famiglia ai creditori.


DONAZIONE IMMOBILIARE E QUOTE SRL: PERCHÉ È IL PRIMO BERSAGLIO DEI CREDITORI

Anche l’Agenzia delle Entrate, con la circolare 30/E/2015, ha chiarito che la donazione è un atto intrinsecamente vulnerabile, sia sotto il profilo fiscale sia civilistico, e quindi facilmente contestabile. Ogni bene donato senza una cornice difensiva resta esposto, indipendentemente dal tempo trascorso o dalla regolare trascrizione.

La donazione immobiliare o di quote societarie è infatti l’atto più fragile in assoluto e il primo bersaglio dei creditori. Anche se stipulata dieci o quindici anni prima, resta attaccabile con un’azione revocatoria ex art. 2901 c.c.

Perché?

  • non prevede corrispettivo;
  • riduce automaticamente la garanzia patrimoniale;
  • avviene quasi sempre tra familiari, rafforzando la presunzione di consapevolezza del danno.

Nemmeno la trascrizione immobiliare salva davvero il beneficiario. Se il creditore agisce o se il donante entra in liquidazione giudiziale, il bene rientra nel patrimonio del debitore e diventa pignorabile. La presunta protezione finanziaria per figli e coniuge svanisce: immobili, conti correnti o quote donate possono tornare indietro e finire in asta.

👉 La Cassazione ha più volte ribadito che la donazione familiare, priva di corrispettivo, è presuntivamente lesiva della garanzia dei creditori. In casi concreti, immobili donati al coniuge o ai figli sono stati revocati e venduti all’asta, cancellando ogni illusione di protezione.

E non riguarda solo le donazioni: anche la quota ereditaria ricevuta in successione può essere pignorata. È il tipico scenario del pignoramento immobiliare quota ereditaria, che lascia intere famiglie esposte senza rendersene conto.

La donazione, come la successione, è quindi un atto debole se considerato isolatamente. Non basta “passare la casa ai figli” o “donare quote al coniuge”: senza una cornice opponibile, è un errore che apre varchi ai creditori.

Al contrario, strumenti strutturati come:

  • uno statuto SRL blindato contro creditori,
  • l’intestazione in una Società Semplice patrimoniale,
  • patti parasociali vincolanti con data certa,

trasformano passaggi deboli in strumenti difensivi reali e opponibili.

Chi ha ricevuto beni in donazione o successione senza architettura difensiva è già vulnerabile. Il tempo non protegge: protegge solo la struttura. Chi non interviene oggi, consegna domani i beni di famiglia ai creditori.


INTESTAZIONE AL CONIUGE E SEPARAZIONE DEI BENI: PERCHÉ NON PROTEGGONO DAL PIGNORAMENTO

Trasferire un immobile al coniuge non garantisce alcuna protezione reale. In assenza di una struttura opponibile, il creditore può revocare l’atto, ignorarlo o aggredire comunque il bene. Anche la separazione dei beni, spesso percepita come tutela automatica, non assicura nulla se il trasferimento è simulato, recente o privo di corrispettivo reale.

Il giudice guarda sempre alla sostanza: se l’operazione riduce la garanzia patrimoniale dei creditori, può dichiararla inefficace. La revocatoria ex art. 2901 c.c. si applica anche agli atti tra coniugi, perfino se stipulati davanti a un notaio.

In molti casi, la natura affettiva del rapporto rafforza la presunzione di consapevolezza del danno, rendendo più semplice per i creditori ottenere l’annullamento. In ambito concorsuale, il curatore può riportare il bene nel patrimonio del debitore anche se formalmente intestato all’altro coniuge. Se l’intestazione è solo apparente, l’Agenzia delle Entrate può invocare la simulazione e aggredire direttamente l’immobile.

La cointestazione non risolve il problema: se il pagamento è stato effettuato da un solo coniuge, l’intero bene resta aggredibile. Nemmeno il tempo salva: ci sono sentenze in cui i giudici hanno annullato intestazioni al coniuge anche dopo dieci anni, considerandole strumenti elusivi.

Intestare, cointestare o donare al coniuge non costituisce una protezione reale, ma solo un’apparenza facilmente smontabile. L’unica difesa efficace nasce da una struttura più ampia e coerente:

  • una Società Semplice con patti vincolati,
  • un atto di destinazione ex art. 2645-ter c.c.,
  • una governance blindata delle partecipazioni SRL.

👉 Tutto il resto è un rinvio: il rischio resta intatto, pronto a esplodere quando arriva un creditore.


FALLIMENTO DEL SOCIO SRL: PIGNORAMENTO E RISCHI SULLE QUOTE SOCIETARIE

Quando un socio di SRL fallisce, la sua quota diventa immediatamente aggredibile dai creditori. Il curatore fallimentare assume la titolarità della partecipazione, con il potere di venderla, trasferirla o utilizzarla per soddisfare il passivo. Non conta se la quota sia di minoranza, se non distribuisca utili o se appartenga a una società familiare: giuridicamente è pignorabile e aggredibile.

L’illusione di una “protezione” delle partecipazioni è stata più volte smentita. La SRL è una società commerciale: le quote sono beni patrimoniali soggetti a pignoramento ed esecuzione come qualsiasi altro asset. Senza una tutela patrimoniale delle partecipazioni SRL, i creditori possono entrare direttamente nella compagine sociale.

Le clausole di prelazione previste negli statuti standard non fermano la vendita forzosa: sono inefficaci contro il trasferimento giudiziario. Il rischio concreto è che l’acquirente forzoso, estraneo e potenzialmente ostile, acceda ai documenti, influenzi decisioni e blocchi delibere strategiche. Un attacco diretto non solo al patrimonio, ma anche alla governance familiare.

Negli ultimi mesi la Cassazione ha ribadito i rischi di fallimento in estensione e di supersocietà di fatto, confermando quanto sia fragile la posizione dei soci quando manca una cornice difensiva:

  • Cass. Civ., Sez. I, Ordinanza n. 204 del 4 gennaio 2024: la Corte ha chiarito che il fallimento della supersocietà di fatto richiede un’autonoma insolvenza accertata, ma resta uno scenario concreto che può travolgere anche società formalmente sane. Fonte: VL Capital

  • Cass. Civ., Sentenza n. 74/2024 (2 gennaio 2024): anche in presenza di abuso societario, non basta la forma; la Corte valuta affectio societatis e condotta dei soci prima di dichiarare il fallimento esteso. Fonte: Unijuris

  • Cass. Civ., 2025 – Supersocietà di fatto: la Corte ha riconosciuto il fallimento esteso anche al socio di una Srl, basandosi su elementi di commistione patrimoniale che provavano l’esistenza di una società di fatto. Fonte: Lexced

  • Corte Costituzionale, Sentenza n. 87/2025: precisati i limiti al fallimento in estensione per la società semplice, sottolineando che l’estensione ai soci non è automatica senza la loro convocazione. Fonte: IlDiritto.it

👉 Queste pronunce confermano che la protezione non può essere lasciata al caso o affidata a statuti-fotocopia. Senza un’architettura difensiva (società semplici patrimoniali, patti parasociali notarili, governance blindata), il rischio di vedere travolto il patrimonio familiare è concreto e sempre più attuale.


DIVISIONE GIUDIZIALE IMMOBILE EREDI: COME EVITARE LA VENDITA ALL’ASTA

La comunione ereditaria non è una forma di protezione, ma una precarietà giuridica che prima o poi esplode. Ogni coerede, anche titolare di una quota minima, può rivolgersi al tribunale e ottenere la divisione. L’art. 713 c.c. lo prevede chiaramente: se non c’è accordo, il giudice dispone la liquidazione. Quando l’immobile non è divisibile, la conseguenza è automatica: vendita all’asta. Il prezzo è ribassato, il patrimonio familiare si disgrega e i rapporti tra eredi vengono compromessi in modo irreversibile.

Molti lasciano immobili indivisi confidando in una fragile volontà di “restare uniti”. Ma questa volontà non ha alcun valore vincolante: basta un solo ricorso per spezzarla. Neppure intestare la casa a più eredi con quote uguali garantisce stabilità. Senza una governance patrimoniale opponibile, ogni bene condiviso diventa inevitabilmente terreno di conflitto.

Come si evita questo scenario? Solo con strumenti predisposti prima, integrati in una regia patrimoniale coerente:

  • Società Semplice immobiliare con patti vincolati, che sottrae l’immobile alle iniziative individuali dei coeredi.
  • Patto di destinazione ex art. 2645-ter c.c., che vincola il bene a uno scopo preciso (famiglia, successione, progetto).
  • Statuti e governance immobiliare familiare, che rendono impossibile la vendita forzata senza consenso unanime.

Quando il giudice entra in campo è già tardi: la vendita all’asta diventa inevitabile e nessuna opposizione salva il valore reale. La tutela effettiva nasce solo prima, blindando l’immobile con un’architettura opponibile che impedisca divisioni giudiziali e preservi il patrimonio familiare nel tempo.


CONTO CORRENTE COINTESTATO E PIGNORAMENTO: COSA SUCCEDE DAVVERO

La cointestazione bancaria non è una protezione, ma una trappola nascosta. Basta che uno dei titolari abbia debiti o pendenze fiscali perché l’intero saldo venga bloccato senza preavviso. Anche se il denaro proviene esclusivamente dall’altro intestatario “pulito”, la banca congela tutto e scarica su di lui l’onere di dimostrare la proprietà delle somme. Nel frattempo, il conto resta fermo: stipendi, affitti, bollette e spese familiari rimangono sospesi.

È lo scenario tipico: padre e figlio con conto condiviso, marito e moglie con cointestazione “per sicurezza”, fratelli che gestiscono liquidità insieme. Tutti convinti di avere più protezione e invece esposti al rischio di blocco totale. Anche una semplice procura bancaria o delega non salva: se il debitore è formalmente intestatario, il pignoramento scatta sull’intero importo.

Il recupero delle somme, ammesso che sia possibile, richiede un procedimento giudiziario lungo e costoso. Nel frattempo, la liquidità resta immobilizzata: esattamente ciò che un creditore vuole.

👉 L’unico modo per evitare questo rischio è uscire dalla logica della cointestazione e collocare la liquidità in un soggetto giuridico distinto, come una Società Semplice patrimoniale. In questo caso:

  • il conto è intestato alla società, non alla persona fisica;
  • i movimenti risultano tracciati e documentati;
  • i saldi non rientrano nella disponibilità personale dei soci;
  • in caso di pignoramento, la società può opporsi con forza perché il denaro è civilisticamente separato.

Ogni altro scenario — cointestazioni tra familiari, firme multiple, intestazioni incrociate — espone il patrimonio alla presunzione di comunione e alla paralisi immediata in caso di aggressione.

La verità è semplice: il conto corrente familiare cointestato non protegge, ma espone. La vera protezione nasce da un’architettura patrimoniale opponibile, capace di blindare non solo immobili e quote societarie, ma anche la liquidità.


COME SCEGLIERE GLI STRUMENTI PER PROTEGGERE I BENI

Il 90% delle famiglie italiane è convinto di avere già una protezione patrimoniale: “abbiamo fatto la donazione”, “la casa è intestata a mia moglie”, “abbiamo aperto la Holding”. In realtà, davanti a un creditore o a un curatore fallimentare, questi atti diventano barriere di carta. È proprio in tribunale che si scopre quanto sia fragile il lavoro di due generazioni se manca un’architettura difensiva opponibile.

Il notaio certifica e formalizza, ma non costruisce la strategia. La cosiddetta notaio protezione patrimoniale è solo apparente se non inserita in un progetto coerente. La differenza tra un atto vulnerabile e una protezione effettiva nasce dalla regia patrimoniale, che coordina giuridico, fiscale e finanziario dentro un disegno unico.

  • Società Semplice: è la base più solida per immobili, quote societarie o riserve finanziarie. Non fallisce, non pubblica bilanci e consente patti su successione e governance. Ma se resta “vuota”, senza clausole opponibili e diritti di veto, diventa un contenitore fragile.

  • Patto di Destinazione (art. 2645-ter c.c.): vincola un bene a uno scopo preciso (successione, tutela dei figli, progetto familiare). Isolato è debole, ma integrato in un sistema diventa una barriera reale.

  • Trust: strumento chirurgico, non universale. Funziona in scenari internazionali o complessi, ma se usato come scorciatoia viene annullato.

  • Holding SRL: indispensabile per gestire utili, partecipazioni e sfruttare la PEX. Ma usata come cassaforte patrimoniale espone gli asset a fallimenti e responsabilità tipiche delle società commerciali.

  • Fondo patrimoniale o atto di destinazione tradizionale: nati per altre finalità, vengono facilmente scardinati quando la pressione dei creditori aumenta.

La verità è questa: nessuno strumento, da solo, protegge davvero. La forza nasce da un’architettura integrata che combina società semplici, governance blindata, patti vincolati e, quando serve, trust o vincoli civilistici. È l’incastro che blinda il patrimonio, non il singolo atto.

E vale anche per chi è già sotto attacco: quote SRL pignorate (art. 2471 c.c.), conti correnti bloccati, revocatorie in corso. Non significa fine, ma necessità di riprogettare ogni mossa con precisione chirurgica per ridurre il danno e salvare ciò che conta.

Gli errori ricorrenti sono sempre gli stessi:

  • donazioni immobiliari ai figli senza architettura difensiva;
  • intestazioni al coniuge considerate “sicure”;
  • partecipazioni SRL nude, prive di statuto blindato;
  • conti cointestati bloccati al primo accesso giudiziario.

Questi errori hanno una sola conseguenza: patrimonio familiare vulnerabile.

👉 La questione non è quale singolo strumento scegliere, ma come costruire l’architettura che chiude ogni varco. È qui che la regia patrimoniale trasforma soluzioni sparse in un sistema blindato, opponibile e duraturo. Perché se non lo fa la famiglia, sarà un giudice a decidere al posto suo.


SE IL PROBLEMA È GIÀ IN CORSO: COSA SI PUÒ ANCORA SALVARE

Molti arrivano quando il danno è già iniziato: pignoramento notificato, revocatoria in corso, quota di SRL sequestrata o conto corrente familiare bloccato. La reazione istintiva è pensare che sia la fine. In realtà non lo è.

Anche quando l’attacco è partito, il margine di manovra esiste ancora. Ogni mossa deve però essere ripensata con precisione chirurgica:

  • ridurre l’impatto delle azioni esecutive già avviate;
  • isolare e mettere al sicuro ciò che non è ancora intaccato;
  • ricostruire un’architettura opponibile che impedisca ai creditori di andare oltre.

Non basta un avvocato isolato che risponde a una singola causa, né un atto notarile formale: serve una regia patrimoniale integrata, che coordini giuridico, fiscale e finanziario in un disegno unitario. È questa regia a trasformare una crisi in una difesa strutturata e duratura.

È qui che la consulenza mirata diventa decisiva: può fare la differenza tra perdere tutto e salvare il nucleo familiare e aziendale. Ogni giorno di ritardo amplia il margine d’azione dei creditori e restringe le possibilità di difesa. Agire subito significa mantenere il controllo e preservare il futuro.


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CONCLUSIONI STRATEGICHE: COME BLINDARE PATRIMONIO E QUOTE SOCIETARIE

Il lavoro di due generazioni può essere cancellato da un solo decreto di tribunale. Senza un’architettura opponibile, ogni strumento – donazioni, intestazioni al coniuge, conti cointestati, statuti standard – diventa carta straccia. Quote SRL pignorabili (art. 2471 c.c.), immobili ereditari venduti all’asta, revocatorie su atti di dieci anni: questo è ciò che realmente colpisce famiglie e imprese italiane.

La protezione patrimoniale effettiva non nasce dal singolo atto notarile, ma da una regia patrimoniale che coordina statuto SRL blindato, Società Semplici patrimoniali, patti vincolati e, quando serve, Trust e Atti di Destinazione. Solo un impianto integrato rende inattaccabili immobili, partecipazioni e liquidità, garantendo protezione finanziaria per figli e coniuge.

Chi ha già ricevuto una notifica di pignoramento o una revocatoria non è fuori gioco: ogni situazione può essere riprogettata per ridurre il danno e salvare ciò che conta. Ma il tempo è il nemico: ogni giorno di ritardo amplia lo spazio d’azione dei creditori e riduce le possibilità di difesa.

📍 La Sessione di Regia Strategica è un incontro di 60 minuti (€300 + IVA) pensato per mettere ordine: si analizzano statuti, visure, libro soci, verbali e bilanci, per evidenziare subito dove la struttura regge e dove invece mostra crepe. In un’ora avrai una mappa chiara: quali parti sono solide, quali espongono a rischi immediati e quali interventi servono per blindare davvero il patrimonio. Saprai da dove iniziare, quali passaggi attuare e quali costi prevedere con una prospettiva di lungo termine.

Se poi si decide di andare oltre, viene coordinato l’intero percorso: aggiornamenti statutari, scissioni, donazioni, fino alle registrazioni camerali del nuovo assetto, così che le regole diventino realmente opponibili e durature.

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ARCHITETTURE PATRIMONIALI AVANZATE: REGIA STRATEGICA A MILANO

Proteggere un patrimonio non significa affidarsi a modelli standard, ma progettare architetture opponibili e capaci di resistere a creditori, pretese fiscali e conflitti familiari. La differenza la fa la regia: clausole vincolanti, strumenti che impediscono manovre esterne e governance in grado di assicurare continuità dal fondatore ai figli, senza fratture né dispersioni.

Matteo Rinaldi, con Master in Avvocato d’Affari e in Family Office, ha riorganizzato oltre 200 gruppi familiari e industriali, progettando strutture blindate per imprenditori che scelgono Milano come capitale europea della regia patrimoniale. Qui, crocevia di finanza, diritto e impresa, convergono famiglie e imprenditori da tutta Italia, con crescente presenza di realtà di eccellenza dal Centro e Sud, e operatori internazionali attratti da una boutique patrimoniale capace di coordinare notai, fiscalisti, avvocati e analisti secondo logiche di Family Office.

Si tratta di architetture uniche, progettate e coordinate da Matteo Rinaldi per garantire protezione reale, continuità intergenerazionale e gestione efficace degli asset. Con rigore tecnico, visione internazionale e radicamento milanese, ogni struttura è pensata per offrire controllo totale, opponibilità reale e vantaggio competitivo duraturo, trasformando la gestione patrimoniale in un vero patrimonio strategico.


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