LEGGE DI BILANCIO 2024: COME RIVALUTARE PARTECIPAZIONI E TERRENI

Analisi di Bilancio
Data
25.11.2023
Autore
Matteo Rinaldi

La Legge di Bilancio 2024 proroga la rivalutazione di partecipazioni e terreni con imposta sostitutiva al 16%, offrendo un risparmio rispetto al 26% ordinario. L’agevolazione riguarda persone fisiche, società semplici, enti non commerciali e soggetti non residenti, con valori rideterminabili al 1° gennaio 2024. Richiede perizia giurata e versamento entro il 30 giugno, anche rateizzabile. Non solo misura fiscale, ma strumento di pianificazione per cessioni, riorganizzazioni e passaggi generazionali.

 

LEGGE DI BILANCIO 2024: NUOVA RIVALUTAZIONE BENI D’IMPRESA

La Legge di Bilancio 2024 ha prorogato la possibilità di rivalutare quote societarie e terreni con imposta sostitutiva al 16%. Si tratta di un’agevolazione che consente a persone fisiche, società semplici, enti non commerciali e soggetti non residenti di rideterminare il valore fiscale di partecipazioni e terreni alla data del 1° gennaio 2024, riducendo la tassazione sulle future plusvalenze.

Il beneficio riguarda sia le partecipazioni non quotate, per le quali è richiesta una perizia giurata di stima, sia i titoli quotati, i terreni edificabili e agricoli. L’imposta sostitutiva deve essere versata entro il 30 giugno 2024, in unica soluzione oppure in tre rate annuali, con interessi del 3% sulle due successive.

Una novità introdotta dal provvedimento è la possibilità di utilizzare il valore normale come parametro per la rivalutazione, calcolato come media aritmetica dei prezzi registrati nel mese di dicembre 2023, secondo quanto previsto dall’articolo 9, comma 4, lettera a) del TUIR. Tale valore, opportunamente asseverato, costituisce la base imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva (codice tributo 8057).

La disciplina si inserisce in un quadro più ampio di strumenti volti a favorire la gestione efficiente del patrimonio, offrendo la possibilità di allineare i valori fiscali a quelli di mercato e di pianificare con maggiore certezza eventuali operazioni future, comprese cessioni, ristrutturazioni societarie o passaggi generazionali.

La procedura per la rivalutazione delle quote 2024 si fonda su due elementi essenziali: la perizia giurata e il versamento dell’imposta sostitutiva entro la scadenza del 30 giugno 2024.


LEGGE DI BILANCIO 2024: UNA PROROGA CHE DIVENTA STRUMENTO

La proroga contenuta nella Legge di Bilancio 2024 non è soltanto l’estensione temporale di un beneficio già noto: è il segnale che il legislatore attribuisce alla rivalutazione di quote e terreni un ruolo strutturale nella gestione dei patrimoni. Con l’aliquota fissa al 16%, chi detiene partecipazioni societarie – quotate o non quotate – o terreni agricoli ed edificabili può rideterminare i propri valori fiscali al 1° gennaio 2024, riducendo l’impatto delle plusvalenze future.

L’aspetto innovativo è la possibilità di utilizzare il valore normale per i titoli quotati, calcolato come media dei prezzi di dicembre 2023 (art. 9, c.4, lett. a, TUIR). Non più soltanto la fotografia tecnica di una perizia, ma un riferimento di mercato standardizzato che rafforza la trasparenza e riduce margini di contestazione.

Rispetto all’aliquota ordinaria del 26% sulle plusvalenze, il risparmio è evidente. Ma il vero valore sta nella funzione strategica: la rivalutazione si inserisce in un percorso di continuità patrimoniale, utile non solo a chi pianifica una vendita, ma anche a chi prepara un passaggio generazionale o struttura una holding familiare. Non più un adempimento a scadenza, ma un’opportunità di regia patrimoniale che va letta nel lungo periodo.


PERIZIA GIURATA: NON SOLO UN ADEMPIMENTO, MA UNA GARANZIA

La perizia di stima rimane il fulcro della rivalutazione per le partecipazioni non quotate e per i terreni. Redatta da professionisti abilitati e giurata entro il 30 giugno 2024, non rappresenta soltanto un requisito tecnico, ma un atto di garanzia: certifica un valore che diventa opponibile e difendibile in sede fiscale.

Il legislatore consente di versare l’imposta in tre rate annuali, con interessi del 3% sulle due successive, mantenendo comunque valido l’effetto della rivalutazione fin da subito. Una flessibilità che rende l’operazione accessibile senza comprometterne la solidità.

Il codice tributo 8057, da indicare nel modello F24, inquadra con precisione la natura dell’imposta sostitutiva. La sua corretta applicazione, insieme all’asseverazione della perizia, è ciò che distingue una rivalutazione efficace da un atto vulnerabile a contestazioni.

Interpretata in ottica patrimoniale, la perizia non è un costo accessorio, ma un mattone di certezza: trasforma valori spesso percepiti come instabili o opinabili in parametri giuridicamente consolidati. Un passaggio che assume particolare rilievo nei contesti di pianificazione successoria e di riorganizzazione societaria, dove la certezza del dato di partenza è la condizione minima per costruire un assetto duraturo.


IMPOSTA SOSTITUTIVA 16%: MODALITÀ DI PAGAMENTO E RATE

Il cuore dell’agevolazione è rappresentato dall’imposta sostitutiva del 16%, applicata sul valore risultante dalla perizia o, nel caso dei titoli quotati, sul valore normale calcolato ai sensi dell’articolo 9, comma 4, lettera a) del TUIR. L’imposta deve essere versata entro il 30 giugno 2024 utilizzando il modello F24 e il codice tributo 8057, in unica soluzione o, in alternativa, in tre rate annuali di pari importo.

La rateizzazione della rivalutazione delle quote 2024 consente di distribuire il carico fiscale senza ridurre l’efficacia dell’operazione, purché la prima rata sia versata correttamente entro la scadenza.

Dal punto di vista strategico, la possibilità di differire parte del pagamento evidenzia un aspetto chiave: la rivalutazione non è un episodio isolato, ma un atto di programmazione patrimoniale. La flessibilità della rateizzazione consente di valutare anche la convenienza dell’operazione. La domanda “conviene rivalutare le quote nel 2024?” trova risposta nel confronto tra l’aliquota sostitutiva del 16% e la tassazione ordinaria del 26%, con un risparmio immediato che può incidere in modo determinante sulle scelte di continuità patrimoniale e societaria.


LA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE SOCIETARIE E PASSAGGIO GENERAZIONALE AZIENDALE

Il passaggio generazionale nelle aziende familiari costituisce un momento cruciale per la continuità dell’impresa e la stabilità del patrimonio familiare. In tale contesto, la rivalutazione delle quote societarie rappresenta uno strumento idoneo a preparare il trasferimento delle partecipazioni, allineando i valori fiscali a quelli effettivi.

Lo schema più diffuso prevede che i genitori rivalutino le quote detenute in una S.R.L. di famiglia e successivamente le cedano ai figli. L’operazione, pur configurandosi come un passaggio generazionale “oneroso”, comporta un risparmio fiscale significativo: la tassazione scende dal 26% al 16%, con un beneficio immediato di circa il 12% sulla plusvalenza.

La rivalutazione può riguardare anche quote detenute in una Società Semplice, veicolo frequentemente utilizzato per la governance familiare: in questo caso, l’agevolazione si combina con le peculiarità proprie della società semplice, rafforzando la protezione patrimoniale e ampliando le possibilità di regia nel trasferimento del patrimonio.

La strutturazione finale dell’operazione può condurre alla creazione di una Holding di partecipazione, che oltre a controllare la società operativa offre vantaggi aggiuntivi: dai benefici fiscali sui dividendi alla chiarezza nella gestione dei rapporti tra rami familiari.


CRITICITÀ E RISCHI DI CONTESTAZIONE

La rivalutazione di quote e terreni, pur configurandosi come un’opportunità, presenta alcune criticità che devono essere attentamente considerate.

Un primo profilo di rischio riguarda la perizia giurata: se non asseverata entro il termine del 30 giugno 2024, oppure redatta con valori non congrui, l’Agenzia delle Entrate può contestarne la validità con la conseguenza di rendere inefficace l’operazione.

Un secondo punto critico riguarda il versamento dell’imposta sostitutiva. L’omissione o il ritardo nei pagamenti, così come l’errata indicazione del codice tributo nel modello F24, comportano la decadenza dal beneficio e il ritorno alla tassazione ordinaria.

Un ulteriore aspetto da valutare è il rischio di abuso del diritto nella rivalutazione delle partecipazioni. Operazioni prive di sostanza economica, realizzate unicamente per sfruttare la norma, possono essere qualificate come elusive. La giurisprudenza e la prassi amministrativa sottolineano la necessità di un disegno coerente e non artificioso per evitare contestazioni.

La rivalutazione deve quindi essere considerata un tassello all’interno di una pianificazione patrimoniale più ampia: isolata, rischia di risultare inefficace; inserita in un progetto di continuità e governance, diventa uno strumento di consolidamento e protezione.


DOPO IL 30 GIUGNO 2024: COSA CAMBIA

La scadenza del 30 giugno 2024 segna il termine entro cui completare perizia giurata e versamento dell’imposta sostitutiva. Chi non ha aderito entro tale data non può più beneficiare della rivalutazione prevista dalla Legge di Bilancio 2024.

Tuttavia, il legislatore ha spesso riproposto la misura in modo ciclico, rendendo probabile una nuova proroga nei prossimi anni. Per questo è utile monitorare eventuali novità normative e valutare come inserire la rivalutazione in una pianificazione patrimoniale di medio-lungo periodo.


CONCLUSIONI: DALLA NORMA ALLA STRATEGIA

La proroga introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 conferma che la rivalutazione di quote e terreni non è un beneficio occasionale, ma uno strumento di pianificazione patrimoniale reso ciclicamente disponibile dal legislatore. L’aliquota ridotta al 16%, rispetto al 26% ordinario, offre un risparmio immediato, ma il suo valore emerge davvero solo se inserita in un progetto di più ampio respiro.

Per patrimoni complessi o imprese familiari, la rivalutazione può diventare la base per garantire continuità, governance ordinata e protezione intergenerazionale. La certezza del valore, attestata dalla perizia giurata e resa opponibile attraverso il pagamento dell’imposta sostitutiva, costituisce il presupposto per affrontare cessioni, riorganizzazioni o passaggi generazionali con solidità.

Isolata, rischia di essere inefficace o contestabile; integrata in un disegno coerente, diventa una vera leva di regia patrimoniale, capace di unire vantaggi immediati e prospettive di lungo periodo. In definitiva, la proroga 2024 non è un semplice rinvio: è l’occasione per trasformare un adempimento fiscale in una leva di regia patrimoniale, capace di coniugare vantaggi immediati e prospettive di continuità.

Un approccio che ho avuto modo di approfondire anche nell’intervista di Matteo Rinaldi rilasciata a La Repubblica (“ESP, con esperienza a sostegno delle imprese”), dove emerge l’importanza di affiancare agli strumenti normativi una visione di lungo periodo.

📩 La proroga 2024 sulla rivalutazione di quote e terreni può essere letta come semplice adempimento o come leva di regia patrimoniale. Se l’obiettivo è consolidare valori, pianificare passaggi generazionali e blindare la governance familiare, è fondamentale inserirla in un progetto coerente e duraturo.

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